Imola: l’opportunità metropolitana nei numeri

Premessa:

Il congelamento delle province ha di fatto bloccato il riordino dell’assetto territoriale stabilito dal decreto sulla Spending Review, per mezzo del quale si sarebbe modificata profondamente la geografia del contesto italiano. In Emilia Romagna si sarebbe dovuto passare dalle nove province tradizionali (Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini) a quattro province più l’istituzione della città metropolitana di Bologna.

Secondo il nuovo piano di riordino, infatti, si sarebbero dovute accorpare le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini nell’unica Provincia di Romagna e si sarebbe dovuta sancire la nascita delle nuove province tra Reggio Emilia e Modena e tra Piacenza e Parma. La Provincia di Ferrara, che rientrava nei parametri di popolazione e di territorio previsti dal decreto, non avrebbe dovuto subire variazioni mantenendo la propria autonomia. Per Bologna, infine, è stata rinviato il passaggio allo status di città metropolitana.

Il Nuovo Circondario Imolese, allo stato attuale, aderisce all’area metropolitana bolognese, e la presente ricerca, attraverso un’analisi comparativa tra diverse variabili economiche, si pone l’obiettivo di valutare la competitività del territorio alla luce della proposta di riassetto organizzativo, sia sul piano istituzionale che in termini di gestione delle competenze.

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