Sviluppo, l’imolese ha il fiatone. Perse oltre 200 imprese

Dal 2008, anno della conclamazione della crisi, al primo semestre del 2011, mancano all’appello 206 imprese nei dieci comuni del circondario imolese, mentre il dato totale di tutta la provincia di Bologna (incluso l’imolese) si attesta a 583 aziende in meno. In totale restano attive 11.641 imprese nel circondario di Imola, di cui il 34,1% sono aziende artigiane, contro le 88.064 di tutto il territorio provinciale (32,9% artigiane). Se la provincia è ferma, l’imolese è un passo indietro: lo dimostra il tasso di sviluppo, ossia la differenza fra il tasso di mortalità e il tasso di natalità delle attività. Per l’area che ruota attorno a Imola tale indicatore è del -1,6%, contro il -0,6% dell’intera provincia. Il tasso di sviluppo è negativo per tutti e dieci i comuni, con una tenuta migliore per Castel San Pietro Terme e Castel Guelfo (rispettivamente -0,6% e -0,7%) mentre all’estremo opposto troviamo Dozza (-4,1%), Castel del Rio (-6,5%) e Fontanelice (-7%).

Focalizzandosi solo sul primo semestre 2011 e sulle sole imprese artigiane, il tasso di sviluppo del territorio imolese è di -0,2%, sostanzialmente allineato con quello provinciale (0,0%), tradotto in valori assoluti il saldo è di -9 aziende, contro il -5 dell’intera provincia. Ma i dati potrebbero peggiorare nel secondo semestre, visto che le cessazioni di attività avvengono tradizionalmente a fine anno. Stando comunque al primo semestre 2011, che vede Imola a saldo zero, si nota come si sia arrestata la crescita del comparto artigiano nell’area San Carlo, dove il saldo fra nuove imprese e chiusure di attività è zero a Castel Guelfo e a +2 a Castel San Pietro, mentre a Medicina si registra un -9.

>> Consulta le tabelle con i dati

Ad aggravare la situazione per le piccole e medie imprese sono la pressione fiscale, il costo del lavoro e l’eccessiva burocrazia, che assorbe molte risorse alle piccole e medie imprese, incidendo sulla competitività. Ma, in particolare, il problema più sentito in questa fase è quello della difficoltà di accedere al credito. «Da questo punto vista – commenta Amilcare Renzi, Segretario di Confartigianato Assimprese – siamo particolarmente preoccupati. La crisi finanziaria ed economica e la contrazione dei margini di redditività delle aziende richiederebbero una risposta adeguata in termini di sostegno creditizio da parte del sistema bancario. Un sostegno che non è certo mancato in questi ultimi anni ma che oggi è minato da tassi di interesse che si attestano fra il 5 e il 6%. Inoltre il sistema bancario, anche per via delle regole cosiddette di Basilea 4, reputa più fondamentali che mai il merito creditizio e la capacita di rientro delle imprese. Queste ultime però, già molto provate da questo triennio di difficoltà, si trovano a mani ormai nude ad affrontare una crisi che si è riacutizzata, dopo i timidi segnali di inizio anno, che ci avevano fatto sperare in una ripresa».

Cosa si potrebbe fare per il territorio imolese che, secondo i dati dell’Osservatorio Assimprese, mostra segni di affanno? Per Amilcare Renzi: «E’ il tempo delle scelte difficili e questo significa, purtroppo, decidere dove andare a tagliare spese, per liberare risorse da destinare al sostegno dei comparti che producono e offrono occupazione. E questo lo si può fare anche destinando le poche risorse disponibili a quelle strutture che sono in grado di  lavorare sulla leva finanziaria per alleggerire il sistema produttivo dal peso della scarsità di credito. E’ ovvio – precisa Renzi – che tutti i comparti sono importanti e nessuno di noi è insensibile alla necessità di mantenere dei livelli accettabili di welfare e di opportunità culturali per la nostra società. Noi, che ragioniamo avendo a cuore i problemi delle piccole imprese abbiamo delle priorità diverse da altri».

Per l’appunto si tratta di scelte non facili: «I tagli mettono tutti in difficoltà, chi li decide e chi li subisce. Noi riteniamo che occorra una politica condivisa di solidarietà territoriale, un Patto a livello di circondario, una sorta di governo dell’emergenza che lavori come si fa nelle famiglie nei momenti difficili: stringendosi attorno a un fine, aiutandosi a vicenda. Per far questo – conclude Renzi – noi di Confartigianato proponiamo a tutti i soggetti che governano od orientano le scelte della nostra comunità ai livelli più alti, di riunirsi al più presto, con l’intento costruttivo di condividere una road-map, con l’obiettivo di dare più ossigeno al territorio».

 

Questa voce è stata pubblicata in Osservatorio di Assimprese. Contrassegna il permalink.