[REQ_ERR: OPERATION_TIMEDOUT] [KTrafficClient] Something is wrong. Enable debug mode to see the reason. Tagli erariali sul territorio imolese (ottobre 2011)

Tagli erariali sul territorio imolese (ottobre 2011)

Nel 2011 lo Stato trasferirà 3.564.845 milioni in meno ai Comuni che aderiscono al Nuovo Circondario imolese, rispetto al 2010. Lo ha calcolato il Centro Studi Sintesi per l’Osservatorio Assimprese, che ha esaminato il taglio ai trasferimenti erariali ai comuni della provincia di Bologna che superano i 20.000 abitanti e delle altre province emiliano-romagnole. Per dare qualche cifra, il taglio più importante tocca a Imola, che riceverà 2,7 milioni in meno del 2010, pari a 39 euro per abitante, cioè il 14,3% in meno, un dato peggiore anche di quelli di città vicine e per molti versi assimilabili, come Faenza e Lugo. A cavarsela meglio di tutti, nel circondario imolese, saranno Castel Guelfo (-2.730 euro, pari a un euro pro capite, cioè lo 0,4% in meno) e Mordano (-5.519 euro, pari a un euro pro capite, cioè lo 0,8% in meno).

Lo studio tiene conto dei tagli stabiliti dal decreto 78/2010 che, in particolare, disciplinava per i comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, la dimensione della riduzione dei trasferimenti statali a valere dagli anni 2011 e successivi. Si tratta di un ridimensionamento che su tutto il territorio nazionale vale 1,5 miliardi di euro nel 2011 e 2,5 miliardi di euro dal 2012 in poi. Gli interventi definiti nelle due manovre correttive della scorsa estate (Dl. 98 e Dl. 138) non dispongono un taglio dei trasferimenti bensì prevedono una stretta sugli obiettivi del Patto di stabilità interno (che il singolo comune può rispettare attraverso un aumento dell’entrate e/o una riduzione delle spese) e per questo motivo non sono stati considerati nell’elaborazione. Lo studio è dunque di un ipotesi di minima, alla quale si dovranno aggiungere inevitabili, ulteriori, correzioni.

«I tagli alle amministrazioni comunali – commenta Amilcare Renzi, Segretario di Confartigianato Assimprese – bloccano gli investimenti soprattutto in infrastrutture e manutenzioni, e ricadono negativamente sul sistema delle imprese, aggravando una situazione già molto difficile, soprattutto per il comparto dell’edilizia, che sappiamo essere determinante per lo sviluppo e per l’occupazione. I Comuni si trovano oggi a fare i salti mortali, avendo molte meno risorse di un tempo per gestire e conservare un grande patrimonio di infrastrutture e di immobili che è di tutti. Per questo noi cittadini, le famiglie, la scuola, dobbiamo fare la nostra parte, dando esempio alle nuove generazioni di un rinnovato senso civico e di una concezione più partecipativa ed etica del bene pubblico».

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